L’INCI e i modi per prendersi cura di se stessi

Erika GomieroL’INCI e i modi per prendersi cura di se stessi

Tempo di lettura stimato: 4 minuti

Mi diverte osservare come questo termine, un tempo sconosciuto, sia ormai sulla bocca di tutti, anche se non sempre si sa veramente di cosa si sta parlando…

Iniziamo col dire che questo termine è l’acronimo di International Nomenclature of Cosmetics Ingredients, quindi si riferisce all’elenco degli ingredienti dei prodotti cosmetici. 

Ma un buon Inci qual è?

Ci sono diversi aspetti da considerare: un buon Inci comprende ingredienti efficaci ma anche sani, naturali, non dannosi e non solo per le persone che usano il prodotto.

Mettere insieme tutte queste cose, lo ammetto, non è affatto facile, perciò la lettura dell’inci deve essere attenta e l’idea di guardare gli ingredienti con la lente d’ingrandimento non è più solo uno scherzo. Credo sia davvero importante fare delle ricerche e soprattutto rivolgersi a persone che conoscono a fondo l’argomento.

Scrivere sulle etichette “green”, “naturale”, “eco-bio” ormai è diventato una moda e non garantisce la reale integrità del prodotto.

Un prodotto naturale non è automaticamente un prodotto buono, anche il petrolio se ci pensate è naturale, questo non significa che usarlo sia benefico per l’uomo.

Partiamo dalla prima caratteristica che ho elencato prima: il prodotto deve essere efficace!

Trovare un prodotto che abbia ingredienti biologici e non dannosi non ci garantisce la sua efficacia, spesso per non risultare dannosi alcuni cosmetici sono talmente leggeri da non svolgere l’attività per cui li acquistiamo, è importante fare una ricerca più attenta, esistono infatti sul mercato aziende che veramente sanno utilizzare ciò che offre la natura per creare un prodotto utile.

Passiamo ad un altro aspetto: esistono ingredienti, nei prodotti cosmetici che troviamo regolarmente anche al supermercato, che sono davvero dannosi per chi li utilizza, possono dare un ottimo effetto sulla pelle al momento, ma con il tempo il loro utilizzo rivela conseguenze negative. Possiamo citarne molti, come ad esempio i siliconi, i derivati del petrolio, ma su questi ormai chi è attento agli Inci ha già molte informazioni.

Esistono invece ingredienti che pur non essendo dannosi per l’uomo, creano (a causa del loro utilizzo) grossi problemi al mare ed ai coralli, altri quando entrano in circolo assomigliano talmente ai nostri ormoni da indurre il corpo a non produrne più perché già li vede presenti, quindi poi non li troviamo nell’organismo dove dovrebbero fare il loro lavoro.

Per l’utilizzo di alcuni ingredienti che al corpo fanno bene, è necessaria un’estrazione fatta a mano, e le esalazioni durante la produzione sono tossiche per gli operatori, possiamo dunque definirlo benefico?

Se un ingrediente, per essere utilizzato, obbliga a disboscare interi territori, o a modificare la struttura di piante o habitat animali, le conseguenze non possono essere sempre etichettate come disastri ambientali inspiegabili, la responsabilità è dell’uomo.

Un altro aspetto importante da valutare è la quantità di rifiuti e di scarti che un prodotto crea, non inquiniamo la terra solo con gli ingredienti dei prodotti, ma anche con la confezione che li racchiude e i rifiuti che la produzione e l’utilizzo del prodotto creano.

Spesso un buon ingrediente, con tutte le caratteristiche positive che cerchiamo (efficace, sano, non dannoso per produttori e consumatori, che non danneggi la natura) ha un costo molto superiore al suo corrispondente sintetico, ma davvero non possiamo pensare che possa essere da lui sostituito, perché perderemmo la maggior parte delle caratteristiche positive di cui sopra.

Mi rendo conto di aver messo assieme tante informazioni in questo articolo, sarei felice di aver dato degli spunti per riflettere su quanti siano i modi di prendersi cura di noi e della terra che ci ospita e di aver invogliato qualcuno a cercare maggiori informazioni. 

Anche per oggi vi saluto con l’augurio di riscoprire sempre di più la Natura e i suoi doni.

Erika

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